Il Palazzo della Ragione di Verona

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Scala della Ragione Verona

Nel XII secolo il Palazzo della Ragione accoglieva le nuove magistrature del Comune, presentandosi come un imponente edificio dotato di quattro torri angolari difensive. Al Palazzo si accede passando per il noto Arco della Costa, che collega Piazza Erbe e Piazza dei Signori, e che deve il suo nome a una costola, probabilmente di balena, che da secoli vi pende sotto. Seppur non vi siano interpretazioni univoche sulla sua presenza, e una leggenda popolare narri appartenesse al diavolo il quale la perse cadendo sulla Terra, in realtà sembra che questa costola venisse utilizzata nel medioevo come insegna di una bottega. Superati gli archi e voltando a destra, si apre allo sguardo il Cortile del Mercato Vecchio, che nel quattrocento ospitava il mercato dei grani.

E’ questa la zona più affascinante e meglio conservata del complesso, in cui si respira un’aria tipicamente medievale. Voltando lo sguardo sulla destra, si rimane affascinati dalla Scala della Ragione, costruita in marmo rosso veronese. Altro gioiello del palazzo è la quattrocentesca Cappella dei Notai, situata al primo piano di quella che un tempo era la Torre della Masseria (nell’angolo tra via Cairoli e via Dante). Nel corso dei secoli il Palazzo della Ragione, anche detto Palazzo Del Comune, è stato uno dei principali centri del potere politico cittadino, come dimostrato dalla presenza delle quatto torri angolari che lo difendevano e di cui oggi, tuttavia, rimangono solo quelle rivolte verso piazza delle Erbe. La Torre dei Lamberti è stata infatti edificata nel 1.172 e varie volte sopraelevata sino a diventare la torre più alta della città.

Attualmente aperta al pubblico e raggiungibile attraverso tortuose scale o un comodo ascensore, la Torre regala una bellissima vista della città e delle montagne circostanti. Nonostante gli incendi che hanno interessato il complesso negli anni 1.218, 1.541 e 1.723 costituisce ancora un pregevole esempio di architettura civile romanica, unico e da visitare.

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